Intelligenza artificiale, non solo tecnologia: quali implicazioni etiche e legali?

L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte di tanti piccoli e grandi aspetti della vita quotidiana di ogni individuo. Partendo dall’utilizzo di ChatGPT, chatbot diventato per molti sinonimo di IA, passando per assistenti vocali, contenuti suggeriti su Netflix, fino ad arrivare alla tecnologia di riconoscimento facciale che permette di sbloccare agevolmente il proprio smartphone. Tutto questo, però, non senza qualche difficoltà. La crescente diffusione della tecnologia sta infatti portando con sé questioni etiche e legali sempre più pressanti e pervasive, spesso dovute proprio alla sua novità e dirompenza. DLI mette a disposizione sulla sua piattaforma e-learning un corso dedicato proprio a queste tematiche: “Intelligenza Artificiale, Big Data e Diritto”.

Intelligenza artificiale: considerazioni etiche

Le considerazioni etiche riguardanti l’intelligenza artificiale e il suo utilizzo sono così articolate e rilevanti da aver dato vita ad una vera e propria etica dell’intelligenza artificiale. Si tratta di una branca della filosofia dedicata interamente allo studio degli effetti economici, sociali e culturali dello sviluppo dell’IA, considerata a tutti gli effetti una tecnologia rivoluzionaria. 

È proprio a partire da questi dubbi e domande, che gli esperti della Commissione europea hanno elaborato i “Sette requisiti per un’intelligenza artificiale etica”:

  1. intervento e supervisione da parte di personale umano, per garantire un funzionamento e un utilizzo che rispettino i diritti fondamentali;
  2. robustezza tecnica e sicurezza degli algoritmi, per prevenire e affrontare eventuali errori e/o attacchi dall’esterno;
  3. privacy e gestione dei dati raccolti, con particolare attenzione su quelli personali, durante tutto il ciclo di vita dell’IA, assicurando il consenso degli utenti e contrastando abusi e violazioni;
  4. trasparenza e tracciabilità del processo decisionale e delle operazioni compiute dalla macchina, per assicurarne affidabilità e sicurezza;
  5. diversità ed equità, garantite eliminando eventuali bias e discriminazioni acquisite durante il processo di addestramento;
  6. benessere sociale e ambientale, ottenuto attraverso uno sviluppo sostenibile della tecnologia, con impatto positivo sull’ambiente e sulla società;
  7. responsabilità e accountability, assicurate da meccanismi dedicati e dalle valutazioni di revisori interni ed esterni.

Quali implicazioni legali?

Una volta compresi appieno questi principi, sembra naturale porsi dei quesiti di natura prettamente legale. Ad esempio:

  • Chi è responsabile delle decisioni e delle azioni dell’IA? Chi si assume la responsabilità di eventuali errori, danni o discriminazioni?
  • Chi garantisce che l’IA rispetti le norme
  • attualmente in vigore sulla privacy, la raccolta e il trattamento dei dati?
  • Come vengono monitorati e valutati i suoi impatti su economia, ambiente e persone? Chi garantisce che l’IA stia effettivamente promuovendo una transizione strategica ed equa? 

Tutte queste problematiche portano alla luce la necessità di sviluppare e adottare precisi standard etici e giuridici a livello internazionale per guidare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il Parlamento europeo ha già fatto la sua parte, approvando a marzo 2024 la prima legge sull’IA, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione nel totale rispetto della sicurezza dei cittadini e dei loro diritti fondamentali.

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